Accordo tra Francia ed Inghilterra in caso di attacco con armi nucleari

Franca ed Inghilterra pronte in caso di attacco con armi nucleari. A Northwood, vicino Londra, il Primo Ministro britannico Keir Starmer e il Presidente francese Emmanuel Macron hanno siglato un accordo storico sulla deterrenza nucleare. Le uniche due potenze atomiche in Europa hanno dichiarato che “reagiranno insieme” se minacciate da armi non convenzionali, inviando un chiaro “messaggio ai nostri nemici”, ovvero a Vladimir Putin. Questa unificazione sotto un unico ombrello di una “force de frappe” di 515 testate nucleari è stata presentata come essenziale per “difendere i nostri interessi vitali”.

armi nucleari
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La riunione dei “volenterosi” a Roma: nuove sanzioni e sostegno USA

Contemporaneamente, a Roma, presso la Nuvola dell’Eur, la Premier italiana Giorgia Meloni ha ospitato una riunione dei “Volenterosi” a margine della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina. La novità dirompente è stata la presenza per la prima volta al tavolo europeo dell’America di Donald Trump, rappresentata dall’inviato speciale per l’Ucraina Keith Kellogg, affiancato dai senatori Lindsey Graham (repubblicano) e Richard Blumenthal (democratico).

La delegazione statunitense ha promesso di abbattere la scure di nuove sanzioni USA contro l’economia russa e ha assicurato il sostegno militare alle truppe ucraine. Questo fronte bipartisan del Congresso, e inaspettatamente anche Trump (sempre più insofferente verso le “sciocchezze” dello zar russo), ha dato il placet all’asse dei “Volenterosi” per mettere sul tavolo 40 miliardi di dollari nel 2025 per rimpinguare le casse ucraine. Questo si unirà al diciottesimo pacchetto di sanzioni UE già in fase di definizione a Bruxelles.

Stallo sull’invio di truppe e la questione della difesa aerea

Nonostante il pressing di Macron e Starmer per l’invio di una missione militare europea di interposizione in Ucraina (una volta cessate le ostilità), la Premier Meloni ha mantenuto ferma la sua posizione: “L’Italia non è disposta a inviare soldati in Ucraina”.

Un altro punto caldo è stato il nodo della difesa aerea dell’Ucraina. Zelensky ha richiesto dieci batterie anti-missile americane Patriot e l’idea è creare una “cordata” europea per l’acquisto di questi costosissimi sistemi (circa 400 milioni di euro l’uno). La Germania, con il Cancelliere Friedrich Merz, e la Norvegia si sono dette pronte a fare la loro parte. L’Italia, invece, pur continuando a fornire equipaggiamento militare (il dodicesimo pacchetto di aiuti è in via di definizione), ha frenato su ulteriori impegni, citando le ristrettezze finanziarie dovute ai nuovi obblighi NATO, che potrebbero distogliere risorse da settori chiave come sanità, scuola e lavoro.

A fine giornata, il bilancio tracciato da Meloni con i suoi è apparso chiaroscurale: sebbene la conferenza non abbia segnato un record nella raccolta di fondi per la ricostruzione, ha comunque portato a un risultato politico non trascurabile. Da monitorare la questione delle armi nucleari

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