Le navi spia della classe Stalwart

di isayblog4 Commenta

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Le navi della classe Stalwart sono state concepite come unità di sorveglianza e rilevazione marina della US Navy, USA.

Rispetto alle altre unità ASW queste non dispongono di sistemi per l’analisi dei dati ma agiscono solo da collettori delle informazioni racimolate dal SURTASS: i dati catturati sono inviate, via satellite, ad un centro di elaborazione e per la loro valorizzazione.

La classe Stalwart si compone di 18 unità spia e sono entrati in servizio negli anni ’80 allo scopo di far parte del sistema di sorveglianza SOSUS, un sistema di sorveglianza di tipo subacquea basato su idrofoni posati sul fondo del mare posti durante il periodo della guerra fredda per sorvegliare le unità navali dell’ex Unione Sovietica.Le navi della classe Stalwart utilizzano un equipaggio composto da civili facente parte del comando trasporti militari marittimi, oltre ad un nucleo di tecnici utilizzati per la manutenzione del SURTASS e del sistema di comunicazione via satellite.

Le prime sette unità della classe Stalwart sono identificate come
T-AGOS1, Stalwart
T-AGOS2, Contender
T-AGOS3, Vindicator
T-AGOS4, Triumph
T-AGOS5, Assurance
T-AGOS6, Persistent
T-AGOS7, Indomitable

Le navi della classe Stalwart offrono uno dislocamento di 1650 tonnellate ma si arriva tranquillamente a 2286 tonnellate a pieno carico. L’apparato di propulsione si basa su quattro motori diesel, potenza 3200 hp con generatori e motori elettrici su due assi, che permette di raggiungere una velocità di 11 nodi.

L’equipaggio è composto da 30 uomini in prevalenza civili addette al controllo e al monitoraggio del sistema SURTASS e, per questa ragione, le navi non dispongono di armamenti.

Tipicamente le navi della classe Stalwart raggiungono una lunghezza di 68 metri e una larghezza di 13 con un pescaggio di 4,6 metri.

Una nave della classe Stalwart è in servizio 300 giorni all’anno con un periodo di riposo di 2 mesi.

Queste unità navali hanno, o meglio avevano, in dotazione due radar di navigazione, un sonar lineare SURTASS, e un sistema WSC-6 satellitare per l’invio delle informazioni al sistema centrale rilevate dal sonar passivo, o idrofono, insieme ad un certo numero di sensori che veniva rimorchiato mediante un cavo da 1829 metri.

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