Il fucile BM59 munito di baionetta

Beretta BM 59, il FAL dell’Esercito Italiano

Il fucile d'assalto Beretta BM59 FALIl primo fucile d’assalto ufficialmente adottato dall’Esercito Italiano nel 1959 fu il Beretta BM 59 conosciuto anche come FAL (Fucile Automatico Leggero); solo nel 1961 però il fucile fu distribuito ai reparti.

In precedenza l’Esercito Italiano utilizzava il fucile americano Garand M1 calibro 30-06 (7,62 × 63 mm) come arma d’ordinanza e, dopo averne ottenuto la licenza, la Fabbrica d’Armi Beretta cominciò a produrlo autonomamente. Nonostante il Garand si fosse dimostrato uno dei migliori fucili da fanteria, dopo la fine del secondo conflitto mondiale la sempre più estesa diffusione di armi automatiche portatili ne evidenziò l’obsolescenza. Inoltre alla fine degli anni cinquanta la NATO stabilì, tra i requisiti necessari per i fucili adottati dai Paesi membri, un peso minore rispetto al Garand, possibilità di tiro a raffica e l’uniformità delle munizioni adottate, in particolare le cartucce calibro 7,62 × 51 mm NATO; con tali disposizioni si richiedeva implicitamente la modifica delle armi già utilizzate o, in alternativa, la progettazione di nuove armi.

Aviere in servizio di guardia imbraccia l'ltima versione del MAB 38/57

MAB 38, Moschetto Automatico Beretta modello 1938

Due esemplari di Beretta MAB38Già da prima della seconda guerra mondiale i fanti dell’esercito italiano avevano in dotazione un fucile d’assalto automatico: era il MAB 18. Successivamente il progetto, che aveva riscosso un discreto successo, fu ulteriormente sviluppato e la Beretta ideò il MAB 38, ovvero Moschetto Automatico Beretta Mod. 1938 (dall’anno di produzione 1938).

I primi ad essere equipaggiati con il MAB 38 furono gli appartenenti alla PAI (Polizia dell’Africa Italiana) tanto che il Ministero delle Colonie ne ordinò da subito un cospicuo numero di esemplari. Allo stesso tempo anche il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno decise di acquistarlo per la dotazione di quello che era il Regio Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza. Nonostante le autorità militari avessero omologato il MAB 38 per la dotazione del Regio Esercito, l’arma entrò in servizio solo nel dicembre 1941. In seguito anche la Regia Marina decise di armare il personale del Battaglione “NP” (Nuotatori Paracadutisti) con il MAB 38, e così fece anche la Regia Aeronautica con il proprio Battaglione “Adra” (Arditi Distruttori Regia Aeronautica).

Il Moschetto Automatico Beretta modello 18

MAB 18, Moschetto Automatico Beretta mod.18

Moschetto Automatico Beretta modello 18A cavallo tra i due conflitti mondiali tra Italia e Germania, furono sperimentati alcuni modelli di armi lunghe con funzione di tiro automatico (raffica) o selettivo (colpo singolo), che utilizzassero cartucce con calibro da pistola, i cosiddetti mitra. Tra tutte spiccavano, gia nel 1915, l’italiana Villar Perosa mod.15 calibro 9 Glisenti delle fabbriche FIAT, e la tedesca Bergmann MP 18 calibro 9 mm Luger. In Italia il grande successo della Villar Perosa mod.15 era soprattutto dovuto al grosso volume di fuoco sparato da un arma che poteva equipaggiare mezzi leggeri come biciclette, aerei o trasportate da fanti per essere utilizzate su treppiedi. La Beretta fu tanto colpita dal successo della Villar Perosa mod.15 da volerne prendere spunto al fine di creare un arma d’assalto individuale in versione automatica.

Un carabiniere imbraccia una PM12S2 durante un posto di controllo

Beretta PM12/S2, non invecchia mai

Beretta PM12/S2C’è un posto di controllo e vedete una pattuglia della Polizia di Stato o dell’Arma dei Carabinieri, il capopattuglia vi ferma con la paletta e notate l’altro agente che a distanza vi tiene sotto controllo indossando un giubbotto antiproiettile e impugnando un’arma particolare che somiglia a una grossa pistola ma non lo è; tutti la chiamano mitraglietta: è la pistola mitragliatrice Beretta PM12.

A cavallo tra i due conflitti mondiali la Beretta lavorò alla realizzazione del Moschetto Automatico Beretta, meglio conosciuto come MAB 38. Quest’arma ebbe molto successo durante e dopo la guerra ma negli anni cinquanta, basandosi sull’esperienze maturate con il MAB, la Beretta lavorò allo sviluppo di una nuova arma che avesse prestazioni migliori.