La classe Matsu, il naviglio tuttofare

di isayblog4 Commenta

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Si poteva definire il cacciatorpediniere tuttofare della marina imperiale giapponese, ecco che cosa contraddistingueva il naviglio inquadrato nella classe Matsu rispetto alle altre unità da guerra giapponesi.

In effetti, a causa degli esiti militari le navi da battaglia non venivano più prontamente rimpiazzate e per tentare di arginare le perdite lo stato maggiore giapponese mise a punto una serie di navi meno impegnative da un punto di vista bellico per utilizzarli nella scorta ai navigli commerciali.

Queste unità navali furono realizzate con minori tempi di produzione per via delle esigenze belliche e, malgrado una potenza motrice di un terzo inferiore ai cacciatorpediniere di squadra, erano in grado di raggiungere una velocità di quasi 28 nodi.

Le unità della classe Matsu potevano assicurare un dislocamento di 1260 tonnellate con la capacità di raggiungere i 1530 a pieno carico. La velocità era garantita da un sistema di propulsione basato su due gruppi di turbine  a vapore a ingranaggi sue due assi in grado di esprimere una potenza di 19000 hp.

Secondo i dati diffusi dalla marina imperiale giapponese queste particolari unità navali potevano garantire un autonomia di 8350 km ad una velocità costante di 16 nodi.

Il sistema d’arma di bordo utilizzava un impianto binato e uno singolo con cannoni da 127 mm, oltre a quattro impianti trinati e dodici singoli da 25 mm di tipo contraereo e un lanciasiluri quadrinato da 610 mm.

Sul finire del secondo conflitto mondiale, tra il 1944 e il 1945 quando furono ultimate 17 unità della classe Matsu, lo stato maggiore giapponese pensò di realizzare alcune modifiche al progetto originario della Matsu dando vita alla nuova classe Tachibana composta da 18 unità navali.

Il Giappone affrontò la seconda guerra mondiale priva di unità navali di scorta e solo successivamente si accorse dell’esigenza di disporre navi con queste caratteristiche tanto che, sul finire del conflitto, pensò di correre ai ripari impostando un programma che portò al varo di navi di scorta della classe Ukuru, Mikura e Matsu.

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