Forte crescita per la domanda di armi con Rheinmetall

La domanda di armi è in crescita. Il colosso tedesco della difesa Rheinmetall ha annunciato risultati finanziari straordinari per il primo trimestre dell’anno in corso, evidenziando una crescita impetuosa nel settore degli armamenti. Le vendite hanno registrato un incremento del 46% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 2,3 miliardi di euro. A trainare questa performance è stato in particolare il comparto difesa, che da solo ha generato ricavi per 1,8 miliardi di euro, segnando un aumento del 73%.

domanda di armi
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Gli ultimi dati sulla domanda di armi

L’attuale scenario geopolitico instabile, acuito dalla temporanea sospensione degli aiuti militari statunitensi all’Ucraina, ha innescato una forte domanda di armamenti in Europa, offrendo a Rheinmetall un’opportunità di crescita senza precedenti. La vocazione internazionale dell’azienda è confermata dal fatto che il 70% delle vendite totali è stato realizzato all’estero.

L’andamento positivo si riflette anche sul mercato azionario, con un incremento dell’1,5% all’apertura delle contrattazioni, portando il guadagno complessivo da inizio anno a un notevole 170%. Un fattore cruciale che ha contribuito a questa espansione è la riforma del debito tedesco, che ha permesso un significativo aumento degli investimenti nella difesa nazionale.

Forte di questi risultati, Rheinmetall ha confermato le previsioni di crescita per l’intero anno fiscale 2025, stimando un aumento dei ricavi tra il 25% e il 30%. Anche il margine operativo è previsto in crescita, passando dall’attuale 15,2% al 15,5%, beneficiando anche delle recenti acquisizioni. L’azienda ha inoltre precisato che queste stime non includono il potenziale ulteriore incremento della domanda proveniente da mercati chiave come Germania e Ucraina, in seguito ai recenti sviluppi politici e militari, con un possibile aggiornamento delle previsioni in base all’evoluzione delle esigenze dei clienti del settore difesa.

Il presidente del comitato esecutivo di Rheinmetall, Armin Papperger, ha sottolineato il ruolo cruciale dell’azienda nel contesto attuale, affermando che “Rheinmetall è necessaria: oggi i nostri clienti ci chiedono intere fabbriche”. Ha inoltre evidenziato la necessità per l’Europa di prepararsi a una “nuova era” in cui la difesa dei valori liberali richiederà determinazione.

Il primo trimestre è stato caratterizzato anche da una significativa crescita della redditività, con un utile netto in aumento del 70% e un utile per azione di 1,92 euro. Il risultato operativo ha registrato un incremento del 49%, raggiungendo i 199 milioni di euro, con il settore difesa che ha quasi raddoppiato i propri guadagni, salendo a 206 milioni. Un dato particolarmente rilevante è il balzo del 181% nella “Nomination” di Rheinmetall, ovvero i nuovi ordini e gli accordi quadro, che hanno raggiunto la cifra record di 11 miliardi di euro, trainati principalmente dalle commesse della Bundeswehr finanziate dal fondo speciale per le forze armate. Alla fine del trimestre, il portafoglio ordini complessivo ha raggiunto un massimo storico di 63 miliardi di euro.

L’analisi dei settori trainanti rivela una crescita diffusa, che non si limita alle armi convenzionali. Le vendite di sistemi per veicoli sono aumentate del 93%, quelle di armi e munizioni hanno toccato un nuovo record con 599 milioni di euro, mentre le soluzioni elettroniche hanno registrato una performance eccezionale con un fatturato più che quintuplicato, superando i 10 miliardi di euro. L’unico segmento in contrazione è stato quello dei sistemi di potenza, in calo del 6,7% a causa della debolezza ciclica del settore automobilistico.

Dunque, Rheinmetall si sta posizionando come un leader globale nel settore della difesa, grazie a una combinazione di fattori quali la crescente domanda, gli investimenti strategici e una solida presenza nei mercati internazionali. Con nuovi impianti in costruzione, partnership industriali a lungo termine e ordini miliardari in arrivo, l’azienda tedesca si prepara a un futuro di ulteriore espansione, con il 2025 che potrebbe rappresentare un punto di svolta nella sua ascesa. Crescita generica per la domanda di armi, in ogni caso.

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