
Il Servizio Studi del Dipartimento affari esteri ha voluto dare evidenza dell’impiego dei reparti militari italiani nella crisi libica e a questo proposito ricorda che la Marina Militare ha messo a disposizione dell’Operazione Unified Protector, già dal 26 marzo, l’ unità di supporto logistico Etna, la portaerei Giuseppe Garibaldi, con a bordo 4 aerei a decollo verticale AV 8B II plus e 4 elicotteri da pattugliamento EH 101, la fregata Libeccio, con a bordo due elicotteri AB 212, e il pattugliatore d’altura Comandante Bettica, con a bordo un elicottero AB212.
Tutte le unità navali della NATO che partecipano all’operazione Unified Protector sono poste alle dipendenze dell’Ammiraglio di Squadra Rinaldo Veri nella sua funzione di Comandante NATO di MCC (Maritime Component Command), di stanza a Napoli.
Nel corso della prima guerra mondiale la marina militare italiana decise, insieme a quella tedesca, di approntare delle nuove unità navali del tutto simili alle cacciatorpediniere ma con un dislocamento inferiore. Per questa ragione decise di classificare le unità navali di questo tipo come torpediniere creando a questo scopo la classe Generali.
La nave da battaglia Dante Alighieri, per la precisione era classificata come corazzata, era la prima realizzazione della marina regia – uscita dal cantiere navale di Castellamare di Stabia nel 1910 e dismessa nel 1928 – che poteva disporre, rispetto il naviglio di allora, di torri trinate per cannoni da 305/46 mm con quattro eliche e cannoni monocalibro.
I sommergibili degli Stati Uniti presenti nel secondo conflitto mondiale appartenevano alla classe Gato, Balao e Tench ed erano stati realizzati in risposta a specifiche richieste della marina militare, US Navy, degli USA.
La Marina Militare Italiana mette a disposizione dei propri uomini (e donne) diverse tipologie di uniforme, a seconda della situazione contingente e del grado conseguito.