Non un qualsiasi museo d’armi. Vi troverete nell’insediamento industriale bellico più grande dell’età moderna, la fabbrica d’armi di Carlo di Borbone alle porte di Napoli. Se avete la possibilità, non lasciatevi sfuggire domani 28 maggio, nell’ambito dell’iniziativa Maggio dei Monumenti a Torre Annunziata, la visita guidata alla Real Fabbrica d’Armi e al museo delle Armi dello Spolettificio, a cura dell’associazione Real Fabbrica d’Armi. L’iniziativa è curata dal centro studi storici Nicolò d’Alagno nell’ambito delle commemorazioni per il 300° anniversario della nascita di Carlo di Borbone, re di Napoli e Sicilia dal 1735 al 1759. Un’opportunità per scoprire un tesoro di casa nostra.

Il kama nasce, come molte altre armi utilizzate nelle arti marziali giapponesi (ma lo stesso si può dire per le arti marziali cinesi), nasce come semplice attrezzo agricolo. Una piccola falce per mietere il raccolto, utilizzata soprattutto nei campi di riso. Difatti, prima di divenire una letale arma delle arti marziali giapponesi, il kama era diffusissimo in larghe zone dell’asia, tanto che modelli non dissimili sono utilizzati nelle arti marziali malesi, filippine e indonesiane, e l’utilizzo del kama, seppur poco frequente, non è del tutto estraneo nemmeno alle arti marziali cinesi.
Tra le armi per la difesa personale e per la caccia più diffuse troviamo sicuramente i coltelli; in Italia il porto di qualsiasi tipo di arma bianca adatta alla difesa personale è vietato dalla Legge ma ciò non toglie che in situazioni di caccia si possa fare uso di un pugnale o un coltello qualsiasi.
Quando l’uomo cominciò a cacciare si rese conto che spesso le semplici
Una delle
Le armi sono state create dall’uomo agli albori della propria esistenza quando cominciò ad avere consapevolezza delle prorpie capacità venatorie prima e guerriere in seguito. L’uomo capì che sia per cacciare che per combattere, un bastone munito di una selce tagliente in cima era molto più efficace di un semplice bastone nodoso. Nascono così le prime armi bianche.