La lama del pugnale del faraone Tutankhamon (XIV secolo a.C.) è di origine meteoritica, cioè è stata realizzata a partire dalla lavorazione di un meteorite ferroso. A scoprirlo è stato un team internazionale composto da ricercatori di: politecnico di Milano, università di Pisa, museo Egizio del Cairo, C.N.R., università di Fayoum, politecnico di Torino, ditta XGLab. Lo studio risolve una questione lungamente dibattuta tra gli studiosi. L’analisi diretta da Daniela Comelli, docente di Fisica sperimentale presso il politecnico di Milano, ha dimostrato infatti che la lama contiene 10% di nickel e lo 0,6% di cobalto, composizione chimica molto simile a quella rilevata su altri 11 meteoriti metallici.
lama
Tomahawk, l’ascia di guerra
Una delle armi bianche più note dopo il coltello e la spada è un particolare tipo ascia usata per il combattimento dagli Indiani d’America e successivamente dai coloni insediatisi nei territori selvaggi del Nuovo Mondo; stiamo parlando del Tomahawk.
Particolarità del Tomahawk è la possibilità di essere lanciata contro un bersaglio colpendo a distanza con discreta precisione ed in assoluto silenzio nonché altamente efficace; il nome dell’arma deriva dalla parola “abbattere” pronunciata nell’idioma delle varie tribù native americane con otomahuk, tamahak o tamahakan e successivamente inglesizzata nel termine attuale.
Le armi bianche, classificazione di base
Le armi sono state create dall’uomo agli albori della propria esistenza quando cominciò ad avere consapevolezza delle prorpie capacità venatorie prima e guerriere in seguito. L’uomo capì che sia per cacciare che per combattere, un bastone munito di una selce tagliente in cima era molto più efficace di un semplice bastone nodoso. Nascono così le prime armi bianche.
Si dicono armi bianche tutti quegli oggetti con esplicita funzione di arma capace di provocare ferite tramite punte, lame o forme contundenti. A seconda della loro dimensione le armi bianche posso essere classificate in armi corte, armi medie ed armi lunghe.
Shuriken, armi da ninja
Li abbiamo visti migliaia di volte in scene di film storici giapponesi o moderni di arti marziali, magari qualche volta abbiamo anche pensato di usarli personalmente: sono i micidiali Shuriken.
Il termine Shuriken letteralmente viene tradotto come lama nascosta nella mano, in particolare indica dardi di varie forme e dimensioni che possono essere suddivisi in due grandi categorie: i Bo Shuriken e gli Shaken. La prima categoria dei Bo Shuriken la più diffusa, è costituita da tre modelli principali distinti a seconda della provenienza del materiale utilizzato per la loro costruzione; il primo modello, definito “gata hari” ha forma cilindrica con lati dritti oppure a forma di ago; il secondo modello, definito “gata Kugi” ha sezione quadrata a forma di chiodo; il terzo modello, definito “Tanto gata”, di forma piatta e più ampia con un aspetto molto simile ad un coltello. In genere i Bo Shuriken sono lunghi dai 12 ai 21 cm ed hanno un peso che varia dai 35 ai 150 grammi. Le tre categorie Bo Shuriken si suddividono a loro volta secondo una classificazione distinta in base alla forma delle lame o in base agli oggetti dai quali sono stati adattati.
Katana, la lama del samurai
Con il termine Katana si intende la spada lunga giapponese anticamente usata dai Samurai. Questa spada in genere è caratterizzata da una lama leggermente ricurva e taglio singolo di lunghezza superiore ai sessanta centimetri. Come gli altri tipi di spade la Katana permette degli affondi con delle efficaci stoccate ma la tecnica più usata era quella colpire con dei fendenti impugnata principalmente a due mani. L’arte di maneggiare la katana si chiama Iaido, o Battōjutsu o Iaijutsu. I Samurai portavano la loro Katana con il filo della lama rivolto verso l’alto in modo che, all’occorrenza, con abili movimenti potessero sguainarla velocemente; inoltre portandola in tal modo si evitava che il filo della lama potesse danneggiarsi nel tempo, sfregando per gravità, contro l’interno del fodero.
I giapponesi cominciarono a produrre spade in ferro alla fine del IV secolo. All’inizio si trattava di spade dritte imitate dalle lame cinesi dai quali i giapponesi avevano appreso la tecnica della tempra differenziale. Successivamente, nel periodo Heian (782-1180) le spade giapponesi assumono la classica forma ricurva, sono più lunghe della katana e vengono usate spesso dalla cavalleria tenute in posizione tachi (con la lama rivolta verso il basso).