Della storica Smith & Wesson 19, e di come dagli anni ’50 abbia preso al cuore i suoi appassionati, abbiamo già avuto modo di parlare. E’ il caso di approfondire oggi la sua storia e le sue alterne fortune. La S&W 19, infatti, non ha avuto da subito in sorte un successo planetario: tutt’altro. La prima fase della vita di questo revolver è stata un po’ travagliata, ci fu molta perplessità durante le fasi di progettazione e fabbricazione dei primi modelli, e la versione definitiva è nata in modo molto faticoso. Oggi si può dire che ne è valsa la pena.
storia pistola
Smith & Wesson 19: leggenda di una pistola
La pistola Smith & Wesson Model 19 è una delle più leggendarie rivoltelle prodotte dalla fabbrica d’armi Smith & Wesson, ed ha avuto grande eco nel cinema, e perfino nei cartoni animati. A questo proposito, non sarà superfluo introdurre una curiosità, tanto per rinfocolare le diatribe tra gli appassionati: secondo alcuni la S&W 19 è la pistola preferita da Lupin III nel celebre cartone, ma il titolo le è conteso da sempre dalla Walther P 38 degli anni di piombo.
Colt: dalla polvere da sparo alla cartuccia di carta
Abbiamo visto come i modelli di pistola più popolari prodotti dalla fabbrica di Samuel Colt durante la Guerra di Secessione furono già fabbricati in serie, con metodo industriale. Se questo rese più affascinanti le pistole della Adams, ancora realizzate una per una con metodo artigianale, sicuramente aiutò altresì la Colt a divenare il produttore di revolver più popolare del Far West, e a restare ancor oggi fabbrica d’armi per eccellenza nel mondo.
Guerra di Secessione: confronto tra Colt, Remington, Adams
Durante la Guerra di Secessione le armi più utilizzate negli Stati Uniti furono, oltre alla Colt Navy 1851, di cui abbiamo già esaminato sia i pregi che i difetti, la Colt Army 1860 ma anche le rivoltelle Remington e Adams. Queste ultime due erano probabilmente inferiori alle due colt per gli aspetti tecnici, ma secondo alcuni erano preferibili e più comode all’uso, in quanto il loro telaio era del tipo chiuso, il che garantiva maggiore robustezza all’arma, che di conseguenza poteva esser prodotta in calibro maggiore. Le Remington infatti erano di calibro .44, e le Adams venivano prodotte addirittura nei calibri .50 e .54, oltre che .44. Dunque la carica esplosiva, che come abbiamo visto nel caso della Navy era di portata non eccessiva, era maggiore in questi modelli concorrenti delle pistole della fabbrica Colt.
La Colt si espande: 1851, la sede di Londra
Quando la fabbrica d’armi di Samuel Colt si espanse in Europa con l’apertura di una nuova sede londinese sulle rive del Tamigi, in zona Plimco, lo dovette al modello Colt Navy 1851, pistola di medie dimensioni che spopolò non appena fu immessa sul mercato statunitense, diventando l’arma principe della Guerra di Secessione ed anche della conquista dell’intero Far West, utilizzata durante gli scontri con i nativi americani e poi, naturalmente, vista e rivista sulle pellicole cinematografiche inneggianti a quel periodo.
Colt Navy 1851, dal Far West all’Europa
La Colt Navy 1851 resta sempre uno dei modelli più interessanti tra quelli che portano il marchio di fabbrica di casa Colt. Giunse al momento adatto sul mercato, dopo che erano state lanciate sia la Colt Dragoon che la Colt Pockett, che, come suggeriscono i nomi stessi, erano l’una molto grande ed ingombrante, l’altra praticamente tascabile. La Navy giungeva a fare da via di mezzo, e diventò subito molto popolare sia come pistola d’ordinanza dell’esercito e della marina degli Stati Uniti, che come arma di uso privato. Per il resto, il modello era perfino abbastanza simile agli altri due.
Smith & Wesson Schofield: pistola da Far West
La pistola Smith & Wesson Schofield fu messa in produzione dal 1869. Abbiamo già parlato degli altri storici primi modelli della Smith & Wesson, tra i quali spiccano soprattutto l’indimenticata S & W 29 e la S & W 686. Sempre di quegli anni, questo revolver si fece strada in modo particolare nel classico ambiente del Far West. In questo ambito non si può fare a meno di notare quanto quest’arma abbia trovato terreno fertile tra i pistoleros del tempo, grazie alle sue specifiche caratteristiche: prima tra tutti, la velocità di caricamento, che ne faceva una pistola degna delle migliori scene a cui il cinema classico e moderno ci ha abituati.
Beretta 92FS, l’evoluzione della perfezione
La vediamo ogni giorno… nella fondina di poliziotti e carabinieri o, spesso, in mano al divo di turno in qualche film d’azione: è la pistola Beretta 92FS. Quest’arma è l’ultimo stadio dell’evoluzione di una delle pistole più usate da eserciti e forze di polizia di tutto il mondo dal secondo conflitto mondiale.
L’idea di quest’arma nasce infatti nel 1940 quando la Beretta iniziò a mettere a punto una pistola le cui caratteristiche permettessero di utilizzare in tutta sicurezza il potente munizionamento calibro 9mm Parabellum. Il primo esemplare, il modello “951” originariamente fu concepito per essere costruito in Ergal, una lega di alluminio usata in aeronautica. Successivamente all’Ergal fu sostituito il più robusto acciaio e nasce così la “951 Brigadiere”, che entrò in produzione nel 1955, e che deve essere considerata la vera e propria progenitrice delle moderne pistole Beretta serie 92. La pistola, giudicata già ottima per l’epoca, fu adottata dalle Forze Armate Italiane, dai corpi di Polizia e Carabinieri, nonché da vari eserciti del mondo.