Negli anni settanta l’Esercito statunitense decise di dotarsi di un reparto speciale addestrato a compiere operazioni speciali con finalità di contrasto alle sempre crescenti attività terroristiche in tutto il mondo; il reparto fu denominato 1st SFOD-D, 1st Special Forces Operational Detachment – Delta, o comunemente noto come Delta Force.
L’uomo incaricato per la creazione di questa unità speciale, il colonnello dell’US Army Charles Beckwith, decise di dargli una organizzazione che rispecchiasse a grandi linee quella del SAS, Special Air Service, inglese con il quale l’ufficiale americano aveva precedentemente collaborato nell’ambito di un programma di scambio.
Ultimamente si è molto parlato di Forze Speciali, operazioni speciali ecc.. Bisogna ammettere che quando sentiamo parlare di Forze Speciali americane, il pensiero va subito a due punti saldi tra i reparti statunitensi addestrati a compiere operazioni non convenzionali: gli
Durante le missioni compiute dalle Forze Speciali oltre ad equipaggiamenti ed armamenti speciali gli operatori spesso necessitano di mezzi per spostarsi che abbiano specifiche caratteristiche; propiro per questo motivo tutti i reparti speciali hanno a disposizione mezzi e veicoli creati o modificati appositamente per le operazioni non convenzionali che sono proprie delle Forze Speciali.
Per gruppi di uomini speciali chiamati a compiere operazioni speciali ci vogliono armi speciali; i reparti speciali italiani, militari e non, dispongono di una vasta gamma di armi di ogni tipo in modo da avere sempre la giusta dotazione richiesta per le specifiche della missione da compiere.
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Dopo il duro corso di
Far parte del
Attualmente, grazie ad un particolare decreto dell’allora Ministro dell’Interno Francesco Cossiga, ci sono vari corpi speciali tra cui gli arcinoti
Ognuna delle Forze Armate italiane è dotata di almeno un reparto speciale che ha il compito di effettuare interventi non convenzionali in vari ambiti ed in teatri di guerra. Tra i più conosciuti, anche per le gesta eroiche compiute dai propri membri registrate poi nella storia, c’è il COMSUBIN, Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare Italiana.
Non si diventa incursori per caso ma è il frutto, come per qualsiasi altra professione, di tenacia e volontà: ecco gli ingredienti che la Marina Militare italiana chiede a chiunque intenda cimentarsi nel difficile Corso Ordinario Incursori.