Versione di Sai il Jitte giapponese

Sai, il jutsu ad arma doppia

La bella Elektra impugna i suoi micidiali SaiTutti li conosciamo, almeno una volta li abbiamo visti al cinema in mano a qualche spietato ninja o nelle mani di una splendida ragazza come Jennifer Gardner mentre interpreta l’eroina guerriera Elektra nell’omonimo film o in Dare Devil; quelle armi sono i Sai.

Le origini di quest’arma, stando ad una particolare teoria, prendono forma nei territori dell’antica Cina, ove era noto come San-Ku-Chu, per poi svilupparsi nei Paesi vicini dell’area asiatica come India, Tailandia, Indonesia, Malesia ed soprattutto in Giappone; proprio dall’Impero del Sole viene il nome “Sai” dell’arma coniato nelle isole isole Nansei  delle quali fa parte Okinawa.

Il gettaponte KrAZ-214

Non si può parlare di armi in dotazione al genio militare senza spendere qualche parola sul gettaponte KrAZ-214 in servizio nell’Unione Sovietica e prodotto tra il 1957 e il 1967.

Il primo prototipo di questa variante fu costruito nel 1951 ed era stato messo in servizio per agevolare il lavoro del genio militare in congiunzione con il ponte treadway TMM: una serie completa di quattro sezioni treadway potevano essere gettati, per coprire un varco di 40 metri, da un equipaggio ben addestrato in circa 45 minuti.

Il gettaponte sovietico KrAZ-214, equipaggio di tre uomini, utilizzava un motore a sei cilindri di tipo diesel, YaAZ-M206B, con raffreddamento ad acqua da 205 hp, 2000 rpm, e con una lunghezza, con il ponte TMM, di 9,3 metri e larghezza di 3,2 metri insieme ad una altezza da 3,15 metri.

Smart HUD1000, l’evoluzione della specie

Lo Smart HUD1000 rappresenta la seconda generazione dell’HUD 100, un display che permette la visualizzazione dei dati di volo senza costringere lo sguardo a soffermarsi sulla strumentazione di bordo. Il funzionamento è abbastanza semplice, ovvero il pilota guarda attraverso uno schermo trasparente montato sul cockpit del velivolo dove vengono proiettate le informazioni fondamentali quali assetto di volo, dati di navigazione con possibilità di presentare i target identificati dal Radar di bordo, riducendo così notevolmente il suo workload.

Il nuovo display nasce dall’esperienza di decenni nel campo dei display a testa alta HUD (Head Up Display) tanto da permettere un aggiornamento del prodotto con l’inserimento al suo interno del generatore grafico e di una interfaccia sul bus avionico.

Soldato italiano in puntamento con Fucile Beretta ARX-160

Beretta ARX-160 e GLX-160, il sistema d’arma per il soldato di domani

Fucile d'Assalto Beretta ARX-160 italiaNell’ambito del progetto Soldato Futuro l’Esercito Italiano, in collaborazione con aziende specializzate, ha sviluppato una nuova arma concepita come parte integrante del complesso programma; stiamo parlando del fucile d’assalto Beretta ARX-160 calibro NATO 5,56 × 45 mm che  contribuisce all’incremento della “letalità” del soldato in abbinamento ad altri sottosistemi.

Il progetto del nuovo fucile fu ideato come upgrade dei fucili d’assalto Beretta AR 70/90 e Beretta SC 70/90 già largamente usato da molti reparti della Forze Armate e delle Forze dell’Ordine; l’aggiornamento concerneva soprattutto i materiali costruttivi ed alcune modifiche all’AR 70/90.

Soldato Italiano equipaggiato con ARX160 del progetto Soldato Futuro

Progetto Soldato Furturo, l’esercito di domani

Forze Armate ItalianeCon il mutare dello scenario mondiale soldati e uomini delle Forze dell’Ordine si trovano a combattere contro nemici sempre più al passo con la tecnologia ed in territori sempre più ostili; la soluzione è trovarsi un passo avanti rispetto al nemico con equipaggiamento e preparazione adeguata o addirittura due passi avanti; a tal proposito l’Esercito Italiano già da qualche anno sta mettendo a punto il progetto “Soldato futuro”.

L’Esercito sta infatti studiando nuove tecnologie in fatto di armi e sistemi integrati per rendere i moderni soldati capaci di affrontare qualsiasi tipo di situazione in qualsiasi teatro operativo in considerazione della sempre crescente minaccia terroristica. Quindi l’obiettivo del progetto è accrescere le capacità operative del soldato dell’Esercito, il fante, in modo che possa rispondere ad ogni tipo di minaccia. Questo può essere possibile aumentando l’efficienza operativa dei fanti esaltando ed integrando alcune delle peculiarità fondamentali che gli sono proprie: tasso di letalità, capacità di sopravvivenza, Comando e Controllo, autonomia e grado di mobilità.

4Geek Xtie 8 GB, la cravatta spia

4Geek suggerisce un prodotto davvero interessante con indubbi vantaggi e funzionalità. In effetti, grazie alla fotografia digitale e alle tecnologie utilizzate, il costruttore suggerisce un valido strumento che permette a qualsiasi utilizzatore di riprendere e registrare qualsiasi situazione per poi riversare il tutto su un normale PC attraverso la porta USB.

La cravatta Xtie permette di nascondere un microtelecamera ad alta risoluzione senza essere scoperti allo scopo di registrare sessioni video ad alta definizione ad una risoluzione di 640 x 480.

Gli uomini del Reggimento SanMarco equipaggiati con AR 70/90

Beretta AR 70/90, il fucile d’assalto italiano

Soldati Italiani in pattuglia armati con AR 70/90Come in tutti gli eserciti del mondo anche in Italia i militari sono dotati di un fucile d’assalto appositamente creato dall’azienda di casa e così la Fabbrica d’Armi Pietro Beretta  ha ideato l’AR 70/90 (Assault Rifle 70/90).

Il fucile d’assalto AR 70/90, utilizza cartucce in calibro NATO 5,56 × 45 mm, la Beretta ne sviluppò il progetto nel 1968, in collaborazione con la casa svizzera SIG Sauer (l’odierna SAN – Swiss Arms), e la prima versione dell’arma apparve nel 1972 con la denominazione AR 70; all’epoca il nuovo fucile fu dato in dotazione alle Forze Speciali italiane come i NOCS della Polizia di Stato, il gli Incursori del COMSUBIN, i fanti del Battaglione San Marco (oggi Reggimento San Marco) e i VAM (Vigilanza Aeronautica Militare).

Gli eventi di marzo, le manifestazioni e le fiere del mese

È in piena attività l’Heli Expo di Orlando in Florida, USA, la più grande esposizione statunitense dedicata al  mondo degli elicotteri e ritrovo impedibile per la comunità elicotteristica internazionale e per gli operatori del settore difesa, mentre si è conclusa la manifestazione presso l’aeroporto di Avalon, situato tra Melbourne e Geelong, nello stato del Victoria.

In effetti, l’aeroporto di Avalon, tra Melbourne e Geelong, ha ospitato la mostra “Australian International Airshow and Aerospace & Defence Exhibition”, uno dei sei saloni aerospaziali più importanti del sud – est asiatico.

L’evento di Orlando, che si concluderà il prossimo 8 marzo, è una importante occasione per le aziende italiane desiderose di intavolare nuovi accordi economici e tecnologici, oltre a proporre proprie soluzioni in un segmento sempre in piena attività.

La Colt M1911A1 in dotazione all'FBI

Colt 1911A1, una pistola attraverso la storia

Pistola Colt 1911A1 dell'US ArmyVecchia antagonista della Beretta 92FS, quale pistola d’ordinanza per l’esercito americano, fu la pistola semi-automatica Colt M1911 Giambroy calibro 45 ACP. La Colt M1911 nacque dal progetto di John Browning e fu adottata dall’US Army dal 1911 al 1985; la pistola venne molto usata nei due conflitti mondiali e nelle guerre sui territori di Corea e Vietnam nelle versioni prodotte M1911 e M1911A1.

Agli inizi del 1900 l’Esercito degli Stati Uniti decise di sostituire gli ormai obsoleti revolver 38 e a tal fine testò alcuni modelli di pistole a canna rinculante tra cui il C96 della Mauser, la Steyr Mannlicher M1894 e la Colt M1900, ma le prove non diedero i risultati richiesti quindi l’attenzione fu indirizzata verso le pistole Luger. Il potere d’arresto del calibro 9 mm delle Luger però non venne considerato sufficiente pertanto la scelta cadde sul calibro 45.

I fucili Mosin-Nagant

Il fucile denominato Mosin-Nagant nasce dalla combinazione di due interessanti progetti: uno di un ufficiale al servizio dell’esercito zarista, un certo Sergej Ivanovič Mosin, e l’altro di un belga chiamato Nagan e i primi test furuno condotti nel lontano 1890.

L’unione di questi due differenti soluzioni portarono allo sviluppo e alla realizzazione del Mosin-Nagant, modello 1891, e fu utilizzato dall’esercito dello zar Nicola II fino alla dissoluzione dell’impero russo avvenuto nel 1917.

L’intento originario era quello di sostituire i vecchi fucili Berdan privi di meccanismo automatico di sparo; in effetti, da questa considerazione si volle approntare una soluzione con caricatore a cinque colpi.