Il grande Bertha, la sicurezza di Parigi in pericolo

Bertha era il nome dato dai francesi al supercannone costruito dalla Krupp e venne utilizzato dai tedeschi per bombardare Parigi durante l’ultimo periodo, tra i mesi di marzo e ottobre, della prima guerra mondiale; in effetti, il primo proiettile-granata cadde il 23 marzo del 1918 e l’attaccò durò, cin modo intermittente, fino al 1° ottobre dello stesso anno facendo registrare il lancio di 898 proiettili causando 402 morti e 810 feriti.

La granata destinata alla città di Parigi era costituita dalla sezione inferiore da un bossolo con 70 kg di polvere: la quantità di polvere veniva variata allo scopo di compensare la temperatura e l’usura della canna.

Il cannoneggiamento di Parigi iniziò con una batteria di tre obici disposti a triangolo nella foresta di Crépy distante 112 km da dalla capitale francese. La distanza veniva percorsa in circa tre minuti con un’altezza massima della traiettoria di 39000 metri: la velocità iniziale della granata, lunga circa 105 cm, era di 1600 m/s, dopo circa 25 secondi raggiungeva l’altezza di 19200 metri ad una velocità di 900 m/s e ben presto era in grado di raggiungere 670 m/s all’altezza massima per poi discendere a 19200 metri con una velocità di 900 m/s.

Soldato italiano in puntamento con Fucile Beretta ARX-160

Beretta ARX-160 e GLX-160, il sistema d’arma per il soldato di domani

Fucile d'Assalto Beretta ARX-160 italiaNell’ambito del progetto Soldato Futuro l’Esercito Italiano, in collaborazione con aziende specializzate, ha sviluppato una nuova arma concepita come parte integrante del complesso programma; stiamo parlando del fucile d’assalto Beretta ARX-160 calibro NATO 5,56 × 45 mm che  contribuisce all’incremento della “letalità” del soldato in abbinamento ad altri sottosistemi.

Il progetto del nuovo fucile fu ideato come upgrade dei fucili d’assalto Beretta AR 70/90 e Beretta SC 70/90 già largamente usato da molti reparti della Forze Armate e delle Forze dell’Ordine; l’aggiornamento concerneva soprattutto i materiali costruttivi ed alcune modifiche all’AR 70/90.

Soldato Italiano equipaggiato con ARX160 del progetto Soldato Futuro

Progetto Soldato Furturo, l’esercito di domani

Forze Armate ItalianeCon il mutare dello scenario mondiale soldati e uomini delle Forze dell’Ordine si trovano a combattere contro nemici sempre più al passo con la tecnologia ed in territori sempre più ostili; la soluzione è trovarsi un passo avanti rispetto al nemico con equipaggiamento e preparazione adeguata o addirittura due passi avanti; a tal proposito l’Esercito Italiano già da qualche anno sta mettendo a punto il progetto “Soldato futuro”.

L’Esercito sta infatti studiando nuove tecnologie in fatto di armi e sistemi integrati per rendere i moderni soldati capaci di affrontare qualsiasi tipo di situazione in qualsiasi teatro operativo in considerazione della sempre crescente minaccia terroristica. Quindi l’obiettivo del progetto è accrescere le capacità operative del soldato dell’Esercito, il fante, in modo che possa rispondere ad ogni tipo di minaccia. Questo può essere possibile aumentando l’efficienza operativa dei fanti esaltando ed integrando alcune delle peculiarità fondamentali che gli sono proprie: tasso di letalità, capacità di sopravvivenza, Comando e Controllo, autonomia e grado di mobilità.

Il fucile controcarro Tipo 97

Il fucile controcarro tipo 97 non era proprio un’arma portatile; in effetti, l’arma pesava attorno ai 52 kg anche per via del suo sistema di funzionamento di tipo semiautomatico a sottrazione di gas con un calibro da 20 mm.

Il fucile controcarro tipo 97 era un’arma di produzione giapponese e fu utilizzato nel Pacifico con grande successo contro i carri leggeri, ma l’efficacia è stata di breve durata; in effetti, con l’arrivo dei carri armati di nuova concezione, lo Sherman M4, rilevò tutti i suoi limiti.

RAW, il pallone armato dell’esercito americano

RAW è l’acronimo di Rifleman’s Assault Wapon, ovvero è l’arma d’assalto della fanteria ed è montato sotto la volata di un fucile con un meccanismo di lancio abbastanza semplice: utilizza lo sparo del fucile per accendere il razzo cilindrico (RAW).

Con questo sistema è possibile sparare fino a circa 200 metri e ha lo scopo di colpire e abbattare i bersagli resistenti. La Raw ha un diametro di 140 mm con una lunghezza totale di 0,305 metri e una gittata di minima teorica di 2000 metri. Il peso della bomba è di circa 1,36 kg tanto ad arrivare ad un peso totale di 2,72 kg.

La potenza che riesce ad esprimere la Raw , 140 mm contro i tradizionali 40 mm, può benissimo demolire la corazza di un carro armato e, rispetto agli altri sistemi di questo tipo, utilizza un tromboncino posto sotto il fucile.

Il mortaio M30, la leggenda

Il mortaio M30 è il sistema da 107 mm più conosciuto al mondo è ed stato utilizzato in gran quantità nella guerra del Vietnam e in Corea dove ha trovato un ambiente ideale per esprimere la sua potenza di fuoco; infatti, la guerra di Corea fu condotta lungo linee di trincee che permettevano di mettere a punto postazioni per le squadre di mortai: il modello M30 è un mortaio rigato che spara un proiettile stabilizzato.

Il mortaio M30 cambiò la sua denominazione da 4,2 pollici a mortaio M30 da 107 mm sul finire della seconda guerra mondiale. Il progetto di questo mortaio subì diverse modifiche nel tempo fino ad arrivare a utilizzare un tubo di lancio da 1,524 metri con una gittata massima di quasi sette km e un peso in batteria di 305 kg con la possibilità di utilizzare un carico di bombe HE su 12,2 kg, la variante nebbiogena su 11,32 kg o la bomba a caricamento chimico con 11,17 kg utilizzata come mezzo per aggressivi chimici.

Mk19, il lanciagranate da 40mm dell’esercito americano

La famiglia del lanciagranate M406 è, senza dubbio, quella con il maggior numero di varianti: si parte, infatti, dalla versione iniziale M79, lanciagranate a colpo singolo con una gittata massima di 400 m contro bersagli a zona, fino ad arrivare al modello M203 anche se, in realtà, la lista risulta abbastanza lunga perché esistono diverse varianti.

Di solito il lanciagranate della serie M406 è utilizzato con il fucile M16A1 in grado di sparare granate da 40 metri: la variante M203 è stata anche realizzata per sparare granate contro bersagli puntiformi fino ad una distanza di 150 metri e può anche essere utilizzata in modo efficace contro bersagli più grandi dove, in questo caso, può essere garantita una gittata di 350 metri.

Il gioiello di John Garand

Esiste un legame che unisce in modo indelebile il fucile conosciuto come Garand M1 a John Garand della Springfield Armory, ovvero John Garand è stato colui che realizzò l’M1, un fucile progettato negli anni ’20 ed entrato in servizio solo nel 1936.

Il Garand è stato utilizzato con successo nella seconda guerra mondiale anche con la bomba da fucile controcarri M9A1; in effetti, il Garand, grazie alla presenza di un tromboncino a bicchiere inserito sulla volata, poteva anche essere utilizzato per sparare la granata M91A che, grazie alla spinta impressa, poteva assumere una gittata di almeno 100 metri.

Il Garand è stato, senza dubbio, il fucile più interessante, sia in termini di progetto che di efficienza, prodotto dalle industrie militari americane nel corso della seconda guerra mondiale.

PIAT, l’arma anticarro inglese

Tra le armi utilizzate durante la seconda guerra mondiale merita un posto di grande rilevanza il PIAT (acronimo di Projector Infantry Anti-Tank), un lanciabombe in dotazione della Fanteria britannica. Molto simile nell’aspetto al Bazooka americano, ma più compatto e più pesante, il PIAT nasceva dalla necessità di avere un’arma anticarro con un grande potere perforante, non solo sui fianchi dei carri armati nemici, come accadeva con il Boys anteguerra, ma anche frontalmente, dove solitamente il carro era più resistente.

Il PEAT era costituito da una sorta di tubo piuttosto corto, nel quale veniva sistemata una granata HEAT (una bomba di 1,36 chilogrammi), che veniva poi espulsa da una carica di lancio. L’intero meccanismo veniva sorretto da un sostegno piuttosto pesante, un “monopiede” che facilitava le operazione di appoggio e di puntamento verso l’obiettivo. Il mirino a tacche consentiva il puntamento dell’obiettivo con un margine di errore davvero minimo.

Panzerwurfmine, l’arma controcarro con le alette

La Panzerwurfmine è stata realizzata dalle industrie belliche tedesche per offrire alle truppe di fanteria, o meglio alle speciali squadre di cacciatori di carri, una granata lanciabile fuori dal tiro nemico con alcune caratteristiche di tipo tecnico di sicuro interesse; in effetti, la Panzerwurfmine era una potente arma di facile trasportabilità, impiego e, grazie alla presenza di una testata a carica cava, poteva garantire risultati, da un punto di vista militare, veramente soddisfacenti.

La testata a carica cava, proprio per la sua forma tipica, è sempre stata efficace contro i carri armati perché concentra al massimo la potenza dell‘esplosione sulla corazza del carro.

L’esercito tedesco, allo scopo di ottenere le più solide garanzie di perforazione della corazza, mise a punto un sistema di guida e di deflagrazione.