AK-47 Kalashnikov con munizioni e baionetta

AK-47 Kalashnikov, l’artiglio dell’Armata Rossa

Gunny spara con un AK-47 Kalashnikov

“Questo è un fucile mitragliatore AK-47 Kalashnikov…lo riconoscete perché fa un rumore caratteristico quando ve lo scaricano addosso!”…,

…diceva Gunny Highway (Clint Eastwood), nell’omonimo film, mentre addestrava i suoi marines sparandogli addosso.

L’AK-47 (Avtomat Kalashnikova modello 1947) è un fucile mitragliatore (o fucile d’assalto), ideato nel 1947 dal  sottufficiale dell’Armata Rossa sovietica Mikhail Kalashnikov. L’AK-47 ( “Kalashnikov” per il popolo) fu il progenitore di una vastissima serie di armi, ispirate alle sue concezioni meccaniche, balistiche e d’impiego, che vennero per lo più adottate da paesi dell’area di influenza dell’Unione  Sovietica. Puntando sul potere della suggestione e forti del valore tecnologico dell’arma, i sovietici fecero circolare, durante la guerra fredda, una leggenda sulle modalità della sua ideazione.  Secondo la versione ufficiale infatti, il sergente dei carristi Kalasnikov, ferito durante la seconda guerra mondiale, mentre si trovava degente nel proprio letto in ospedale avrebbe rimuginato a lungo sulla possibilità di realizzare un’arma che potesse garantire all’Unione Sovietica un’adeguata supremazia d’armamento.

Il Racketenwerfer della Germania nazista

Il Racketenwerfer, o Puppchen, nasceva da un’idea pratica: le armi dell’artiglieria, anche se utilizzavano la carica cava, non erano un mezzo pratico ed efficace per contrastare l’avanzata dei carri armati, o di qualsiasi altro mezzo pesante, e da questa considerazione i tecnici della Wehrmacht scelsero, come arma alternativa, il razzo.

In effetti, il Racketenwerfer giungeva in un periodo storico importante: da una parte i mezzi corazzati venivano dotati di sistemi di protezione, corazze, sempre più spesse e, dall’altra, era necessario sostituire i fucili controcarri che ormai non erano più pratici.

Per questa ragione l’esercito tedesco preferì modificare la tecnologia realizzando soluzioni di tipo tecnico di estremo interesse, ad esempio possiamo, senza dubbio, ricordare il Panzerfaust: un’arma ideale a corto raggio. Successivamente mutò lo scenario: occorreva disporre di un’arma non più a corto raggio, ma soprattutto era indispensabile utilizzare uno strumento con un alto grado di affidabilità, in effetti a volte il Panzerfaust si inceppava, e, soprattutto, occorreva disporre di un’arma ricaricabile.

Desert eagle 357 magnum

Desert Eagle che passione! Dettagli tecnici e storia di un’arma senza tempo

Sono passati già più di quarant’anni da quando, nel 1979,  i tre soci della Magnum reserch di Minneapolis iniziarono a lavorare ad una pistola per il tiro e la caccia; tuttavia J Liding, B  Whithe ed i fratelli Skildam non volevano una pistola normale, volevano una pistola semiautomatica, ma con una cartuccia da revolver… nasce così la Desert eagle!

Già dai primi mesi del 1981 i prototipi di Desert avevano esploso i primi colpi, ma grossi problemi di affidabilità spinsero i quattro della società di Minneapolis a rivolgersi alla Israeliana IMI. Dopo l’inizio di questa collaborazione l’uscita fu solo questione di tempo e nel 1983  arrivò sul mercato statunitense la Mark I. La prima Desert eagle calibro 357 magnum ebbe un successo immediato che non si fermò agli appassionati del design innovativo ed accattivante di questo pistolone di quasi 2 kg, in pratica un cannone portatile. Ben presto arrivò ad Hollywood e la consacrazione della desert divenne definitiva e rimase nell’immaginario collettivo come l’arma definitiva di cattivi e non che devono risolvere il tutto con un caricatore della pistola più potente, non ci volle molto prima che in giochi “sparatutto” la Desert eagle diventasse il premio da ottenere ed il più pericoloso nemico da affrontare.

Già nel 1985 vennero commercializzate la 44 e la 41 magnum ed il successo della prima fu monumentale solo quanto il fallimento della seconda, che uscì molto presto fuori produzione e non arrivò mai sul mercato Italiano. Durante questo periodo furono effettuate alcune modifiche: il pistone presa a gas fu reso amovibile (per facilitare la pulizia e ridurre i bloccaggi, dovuti anche a palle di piombo); mentre la leva della sicura fu realizzata con un design più maneggevole onde migliorarne l’affidabilità.

Walther Pps 9×21, compatta e leggera

Correva l’anno 1929 quando la Walther lanciava sul mercato la Polizei Pistole, una pistola destinata a fare la storia delle armi leggere per la difesa personale. Visto il successo ottenuto – specie in Germania – i produttori decisero di applicare delle semplici modifiche alla Pp, trasformandola in Ppk (Polizei Pistole Kriminal), utilizzata dalla forze di polizia tedesca fino al termine della seconda guerra mondiale e nota  per essere la pistola usata da James Bond.

Anche al termine del conflitto il successo fu su vasta scala tanto che la Ppk varcò i confini tedeschi per approdare in Inghilterra (ma non solo), diventando una delle armi più utilizzate per la difesa personale. Il segreto della pistola stava nella compattezza, nelle dimensioni ridotte e nel peso esiguo, che consentivano una presa agevole ed un utilizzo relativamente semplice.

Il successo della Ppk continuò ancora per anni, fino a che l’alto costo di produzione e il lancio sul mercato di semiautomatiche con calibri maggiori non convinsero al Walther ad interromperne la produzione. Fino al 2007, almeno, quando finalmente la Walther è tornata sui propri passi, presentando la Pps (Polizei Pistol Schmal o Police Pistol Slim, vale a dire pistola sottile per la polizia).

Lince VTLM Anfibio passa guada un fiume

Lince (VTLM), Veicolo Tattico Leggero Multiruolo

Lince VTLM nel desertoIl Lince VTLM (Veicolo Tattico Leggero Multiruolo) nasce dalla necessità dell’Esercito Italiano di dotarsi di un nuovo veicolo leggero multiruolo con elevate capacità di protezione del personale per una graduale sostituzione dei VM-90 (torpedo e protetto). Il Lince possiamo dire che può essere considerato l’equivalente dell’Hammer statunitense. Il veicolo infatti viene utilizzato per il trasporto e la protezione di unità di fanteria leggera; dalla postazione del sedile anteriore possono essere utilizzate mitragliatrici leggere e pesanti, calibri da 5,56mm e 7,62 mm mentre dal sedile posteriore si possono utilizzare calibri dal 12,7 o superiore con l’armamento posto sulla ralla.

Le navi spia della classe Kondor I

Al tempo della guerra fredda proliferarono le navi spia dall’una e dall’altra parte e di queste sicuramente una menzione andrebbe fatta al Kondor in servizio presso l’ex Repubblica Democratica Tedesca. In effetti, da due Kondor, dragamine costiero in servizio nella DDR, la marina dell’ex regime comunista realizzò, tra la fine degli anni ’60 e fino al ’70, due navi della serie Komet, D42, e Meteor, D43, riuscendo così a mettere a punto la nuova classe ‘Mod Kondor I’, ovvero una versione del Kondor modificata per soluzioni di rilevamento e di controllo.

PIAT, l’arma anticarro inglese

Tra le armi utilizzate durante la seconda guerra mondiale merita un posto di grande rilevanza il PIAT (acronimo di Projector Infantry Anti-Tank), un lanciabombe in dotazione della Fanteria britannica. Molto simile nell’aspetto al Bazooka americano, ma più compatto e più pesante, il PIAT nasceva dalla necessità di avere un’arma anticarro con un grande potere perforante, non solo sui fianchi dei carri armati nemici, come accadeva con il Boys anteguerra, ma anche frontalmente, dove solitamente il carro era più resistente.

Il PEAT era costituito da una sorta di tubo piuttosto corto, nel quale veniva sistemata una granata HEAT (una bomba di 1,36 chilogrammi), che veniva poi espulsa da una carica di lancio. L’intero meccanismo veniva sorretto da un sostegno piuttosto pesante, un “monopiede” che facilitava le operazione di appoggio e di puntamento verso l’obiettivo. Il mirino a tacche consentiva il puntamento dell’obiettivo con un margine di errore davvero minimo.

Ottica per M82 Barret sniper

Fucile di precisione M82 Barret, seek and destroy

USMC's sniper con M82 BarretVista acuta, grosso e cattivo: è il fucile M82 Barret calibro 50. Si tratta di un fucile di precisione semiautomatico a ricircolo di gas prodotto dalla Barrett Firearms Company ed adotta munizioni calibro 50 BMG (12,7x99mm NATO). Grazie alla lunga gittata (1800 metri) e alla disponibilità di munizioni altamente efficaci l’M82 diviene molto efficace contro vari tipi di obbiettivo come stazioni radar, camion, aerei ed elicotteri parcheggiati. L’M82 può essere usato ovviamente anche per colpire cecchini, soldati nemici a lunghe distanze o quando questi si nascondono dietro robuste protezioni che per il calibro 50 divengono come cartone.

Considerati il peso e le dimensioni (circa 13 kg per una lunghezza di 1448 mm a cui si aggiunge il caricatore da dieci cartucce cal.50), il Barret M82 non è adatto come fucile d’assalto per impieghi a corto raggio e di ingaggio istintivo;  a parità di potenza viene spesso confrontato con il fucile di precisione Gepard M1.

Panzerwurfmine, l’arma controcarro con le alette

La Panzerwurfmine è stata realizzata dalle industrie belliche tedesche per offrire alle truppe di fanteria, o meglio alle speciali squadre di cacciatori di carri, una granata lanciabile fuori dal tiro nemico con alcune caratteristiche di tipo tecnico di sicuro interesse; in effetti, la Panzerwurfmine era una potente arma di facile trasportabilità, impiego e, grazie alla presenza di una testata a carica cava, poteva garantire risultati, da un punto di vista militare, veramente soddisfacenti.

La testata a carica cava, proprio per la sua forma tipica, è sempre stata efficace contro i carri armati perché concentra al massimo la potenza dell‘esplosione sulla corazza del carro.

L’esercito tedesco, allo scopo di ottenere le più solide garanzie di perforazione della corazza, mise a punto un sistema di guida e di deflagrazione.

Beretta 92FS, l’evoluzione della perfezione

Martin Riggs e la Beretta 92FSLa vediamo ogni giorno… nella fondina di poliziotti e carabinieri o, spesso, in mano al divo di turno in qualche film d’azione: è la pistola Beretta 92FS. Quest’arma è l’ultimo stadio dell’evoluzione di una delle pistole più usate da eserciti e forze di polizia di tutto il mondo dal secondo conflitto mondiale.

L’idea di quest’arma nasce infatti nel 1940 quando la Beretta iniziò a mettere a punto una pistola le cui caratteristiche permettessero di utilizzare in tutta sicurezza il potente munizionamento calibro 9mm Parabellum. Il primo esemplare, il modello “951” originariamente fu concepito per essere costruito in Ergal, una lega di alluminio usata in aeronautica. Successivamente all’Ergal fu sostituito il più robusto acciaio e nasce così la  “951 Brigadiere”, che entrò in produzione nel 1955, e che deve essere considerata la vera e propria progenitrice delle moderne pistole Beretta serie 92. La pistola, giudicata già ottima per l’epoca, fu adottata dalle Forze Armate Italiane, dai corpi di Polizia e Carabinieri, nonché da vari eserciti del mondo.