Quando ci addentriamo nel mondo delle armi, misterioso per molti, oggi dobbiamo tener conto di una mole leggi e convenzioni che ne rendono possibile l’uso ai privati cittadini. Uso che può essere anche di carattere non violento, come nel caso sportivo o delle collezioni degli amatori. Veniamo dunque ad una breve introduzione al diritto delle armi in Italia.
Da notare che le cosiddette armi bianche, serie vastissima di attrezzature militari, civili e sportive che sostanzialmente costituiscono categoria separata da quella delle armi da fuoco, possono esser detenute senza che ci si procuri licenze particolari. Nel caso delle armi bianche moderne (generalmente da taglio, ma nel novero figurano anche archi e balestre di moderna progettazione, ed altre attrezzature meno diffuse e note), si possono acquistare senza limiti di numero, ma è necessario denunciarne il possesso (e dunque rendersi noti alle autorità come “detentori”, in termini giuridici).
Problematica a sé è costituita, come è noto ai più, dal trasporto dell’arma: la detenzione vale in un determinato luogo in cui l’oggetto è costituito abitualmente, mentre per spostarlo da lì bisogna osservare norme di sicurezza ben precise, ed esser muniti della “licenza di trasporto”.
Fu la fine dell’Impero Romano d’Occidente a segnare una svolta anche nella fattura e nell’uso della spada nel mondo occidentale. A seguito delle invasioni barbariche, infatti, fu introdotta la spada normanna, che da allora fu l’espressione con cui, per antonomasia, si definiva la spada più comune. La spada normanna era un’arma bianca tradizionale derivata da quelle vichinghe e soprattutto faceva riferimento a quelle longobarde.
Le prime armi usate durante il Medioevo erano le così chiamate mazze, suddivisibili in moltissimi tipi differenti. La comune mazza ferrata che tutti abbiamo visto a portata di mano di qualche armatura ormai in disuso appoggiata alle pareti di vecchi manieri divenuti musei da secoli, non è altro che un tipo di bastone nodoso, o clava. E’ veramente un glorioso cimelio all’interno della storia delle armi, e c’è da dire che i fondamentali rudimenti dei progetti che hanno fatto poi la storia delle armi come noi le conosciamo, ci derivano proprio da quell’epoca.
Il PSG1 (Präzisions Schützen Gewehr- fucile di precisione per tiratore), è un fucile di precisione semi-automatico prodotto dalla casa d’armi tedesca Heckler & Koch. Le origini dello sviluppo di questo fucile risalgono alle Olimpiadi del 1972 in risposta all’attentato terroristico che provocò il cosiddetto “massacro di Monaco” proprio in quella occasione; la polizia tedesca non fu in grado di impegnare i terroristi con sufficiente rapidità in modo da impedirgli di uccidere gli ostaggi. Così la H&K fu incaricata di creare un nuovo fucile semiautomatico per uso militare e di polizia che fosse dotato di una elevata precisione e di un caricatore di grande capacità.
La licenza di porto d’armi concessa dalla Questura, che permette l’acquisto e la detenzione di un certo tipo di arma, si riferisce ad una quantità limitata e ben definita di strumenti che il titolare si può procurare legalmente. Le armi comuni da sparo si possono detenere fino a tre. Le armi ufficialmente classificate di uso sportivo, lunghe o corte che siano, possono essere fino a sei.
Fin dalla Prima Guerra Mondiale nei vari plotoni combattenti esisteva la figura dell’armamento di reparto di calibro più pesante o identico a quello delle armi individuali dotato di una maggiore potenza e cadenza di fuoco: si parla delle mitragliatrici leggere.
Considerato il successo dei fucili d’assalto
Come gli altri corpi speciali, militari e non, la
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